إيطاليا: ترحيل إمام مسجد من البلاد

خبر مترجم من اللغة الإيطالية.

على مشارف مدينة "لوكا" بإقليم "توسكانا" وسط "إيطاليا" - قامت الشرطة بتفتيش بيت إمام مسجد (33 عامًا)، ولم تعثر على ما يُدينه.

وهذا الإمام مغربي الجنسية، ويعمل إمامًا لمسجد في بلدية "كاباننوري" بالمدينة، وقد اتَّهمته الشرطة بالحض على كراهية الغرب، واعتبرته خطرًا يهدِّد السلام الوطني، بل واستصدرت يوم 27 مارس الماضي أمرًا من وزارة الداخلية يقضي بنقله إلى العاصمة "روما"؛ تمهيدًا لترحيله خارج البلاد والعودة إلى المغرب؛ المصدر: شبكة الألوكة.

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Islam, allontanato l'imam della provincia di Lucca

La decisione del Viminale su un 33enne marocchino: «È una minaccia per la sicurezza dello Stato».

Era uno dei predicatori del centro di preghiera islamico di Capannori, alle porte di Lucca. Ma le sue espressioni di carattere radicale e «sprezzanti nei confronti dell'Occidente» hanno indotto il ministro dell'Interno a disporne l'allontanamento ed il ritorno in Marocco, il Paese di cui è originario. CASA PERQUISITA.Il provvedimen to è stato eseguito il 27 marzo dalla polizia della città toscana. La casa dell'uomo, 33 anni, che viveva da tempo a Camigliano, una località nei pressi di Lucca con la famiglia e lavorava come operaio, è stata perquisita ma con esito negativo. L'imam era tenuto d'occhio da tempo soprattutto per i toni delle prediche. VOCI SU FRATELLO IN SIRIA.Ma è circolata anche una voce, non confermata ufficialmente, che il fratello dell'uomo sia morto nel 2014 combattendo nelle file dell'islamismo radicale in Siria. La presenza del 33enne marocchino e la sua attività nel centro di preghiera, un capannone lungo la strada provinciale con un grande piazzale davanti che tutti nella zona definiscono «la moschea», sono state ritenute dal Viminale «una minaccia per la sicurezza dello Stato. L'uomo è stato portato in questura a Lucca e poi accompagnato a Roma per essere imbarcato sul volo del rimpatrio. PERQUISIZIONI IN TOSCANA. A fine marzo, proprio in Toscana, erano state eseguite alcune perquisizioni collegate all'operazione di Digos e procura di Brescia contro una cellula di estremisti islamici attiva in Italia e nei Balcani. In particolare, in provincia di Massa Carrara, era stata perquisita un'abitazione di un tunisino che avrebbe avuto contatti ripetuti con soggetti  sottoposti ad ordinanza di custodia cautelare: due cittadini albanesi, zio e nipote che secondo le indagini stavano reclutando aspiranti combattenti, per instradarli tra le milizie dello Stato islamico.